conservazione cordone ombelicale consigli sulla conservazione in banca delle cellule staminali
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giovedì 14 febbraio 2013
Cellule staminali e malattie metaboliche, curare il metabolismo con le staminali
Ogni giorno mangiamo e beviamo non solo per il piacere di farlo, ma anche e soprattutto per vivere: il nostro organismo necessita quotidianamente del giusto apporto energetico per svolgere qualsiasi funzione.
Tutto questo è reso possibile grazie al metabolismo: un insieme di reazioni chimiche che trasformano il cibo ingerito in energia vitale.
Detto questo, risulta intuibile quanto le malattie metaboliche vadano ad influire negativamente sulla vita di una persona; le patologie del metabolismo poi - sebbene alcune molto rare - colpiscono soprattutto in età pediatrica, con esiti anche fatali per il paziente.
Le cellule staminali però possono rivelararsi un utile alleato anche nella lotta a queste disfunzioni: possono aiutare a correggere alcuni errori del metabolismo come Malattia di Batten, Malattia di Gunther, Sindrome di Hunter e di Hurler, Malattia di Krabbe ed altre.
venerdì 2 marzo 2012
Staminali cordone ombelicale, come si prelevano le staminali del cordone
Da diversi anni le cellule staminali sono oggetto di studio da parte di team di ricercatori di tutto il mondo: le potenziali applicazioni di queste cellule primitive sono numerose e la sperimentazione di terapie basate su di esse sta portando a risultati promettenti.
Le fonti di questa infinita ricchezza sono diverse; midollo osseo e liquido amniotico oppure cordone ombelicale solo per citarne alcune.
In questo ultimo caso – cordone ombelicale – la procedura di prelievo delle cellule staminali è più semplice di quello che si pensa: ovviamente il prelievo viene fatto al momento della nascita del bambino, ma prima di questo evento c'è un iter da rispettare.
Bisogna informare la struttura ospedaliera dove si andrà a partorire del desiderio di voler prelevare le staminali del cordone del proprio piccolo, compilando di conseguenza tutti i moduli necessari. Una volta dato alla luce il bambino, dal cordone appena reciso l'infermiera provvederà a prelevare un piccolo quantitativo di sangue che andrà riposto nel kit fornito dalla banca a cui ci si è rivolti per la conservazione, che a sua volta provvederà al trasporto del prezioso campione presso la propria struttura.
lunedì 23 gennaio 2012
Cellule staminali contro l'invecchiamento, vivere più a lungo grazie alle staminali
Uno dei desideri che accomuna uomini e donne di tutto il mondo, forse un po' fiabesco, è poter rimanere giovani il più a lungo possibile. Se dal punto di vista puramente estetico questo può dare l'idea di un capriccio, focalizzandoci invece sulla questione salute sarebbe proprio sensazionale trovare qualcosa che riuscisse a ritardare l'invecchiamento dell'organismo.
Uno spiraglio in questa direzione è stato aperto dai ricercatori dell'Università di Pittsburgh: il team, nello specifico, si è focalizzato sulla cura di topi affetti da progeria, ovvero la malattia che accelera l'invecchiamento, portando precocemente questi topolini alla morte.
Somministrando a questi topi malati cellule staminali giovani prelevate da altri esemplari sani, si è ottenuto il risultato sperato: il processo di invecchiamento è difatti rallentato, garantendo a questi piccoli roditori un'aspettativa di vita di molto superiore a quella a cui erano destinati (più di 60 giorni, contro i 30 della media).
venerdì 30 dicembre 2011
Le meningi come risorsa di cellule staminali
In gergo popolare si dice "spremersi le meningi", quando si è totalmente assorti nel cercare la soluzione di qualche problema... Ma che cosa sono, di preciso, queste meningi? Le meningi sono in sintesi delle membrane che, situate per l'appunto nel cranio, svolgono una funzione protettiva nei riguardi di cervello, midollo e sistema nervoso in generale.
Se per via del compito che svolgono le meningi sono dunque importantissime, lo sono ancor di più in seguito ad una scoperta fatta di recente, a cura di un team di ricercatori provenienti da diversi paesi, ma coordinati da studiosi dell'Università di Verona: le meningi sono a tutti gli effetti una risorsa di cellule staminali, portate a specializzarsi in cellule del sistema nervoso e quindi potranno in futuro diventare il punto di partenza per la sperimentazione di nuove terapie rivolte alle malattie neurodegenerative.
L'unico problema a riguardo, risiede nel fatto che queste staminali delle meningi si attiverebbero solo in seguito a traumi, per andare a porvi rimedio: il compito dei ricercatori dunque si sposta ora nella ricerca di un metodo per riuscire ad attivarle anche in condizioni perfettamente normali, senza la presenza di un trauma.
lunedì 5 dicembre 2011
Cellule staminali embrionali per curare il morbo di Parkinson
Le applicazioni terapeutiche delle cellule staminali sembrano davvero infinite. Negli anni, il numero delle patologie curabili con trattamenti a base di staminali è difatti sostanzialmente cresciuto; una di queste potrebbe presto essere il morbo di Parkinson.
La notizia – recentemente pubblicata sulla rivista di settore Nature – è a dir poco interessante: un team di ricercatori americani con a capo L. Studer (Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York) è riuscito ad indirizzare la specializzazione di cellule staminali embrionali, creando di fatto in laboratorio neuroni cerebrali dopaminergici, ovvero capaci di produrre la dopamina.
Il morbo di Parkinson, malattia del sistema nervoso a carattere degenerativo, è causato infatti da una mancanza di questo neurotrasmettitore che causa nei pazienti affetti tremori, rigidità e difficoltà motorie in generale. Lo studio effettuato dal team americano su animali con questa patologia (nello specifico ratti, topi e scimmie) ha dato buoni risultati: una volta ricreati in laboratorio e trapiantati sui soggetti malati, questi si sono perfettamente integrati nel sistema nervoso del soggetto affetto, andando a produrre regolarmente dopamina e sopperire così al deficit causa della malattia.
venerdì 21 ottobre 2011
Cellule staminali, individuata nuova tipologia di staminali del sangue
Le cellule staminali sono uno dei terreni più fertili per quanto riguarda la ricerca in ambito medico – scientifico: non si contano i team di studiosi impegnati a sperimentare cure innovative basate sulle staminali per le patologie che ancora non hanno una cura vera e propria.
L'interesse dei ricercatori per le cellule staminali è giustificato dalla loro principale peculiarità: le staminali sono cellule allo stato primitivo, capaci di specializzarsi in seguito in qualsiasi tipologia di tessuto organico. Le cellule staminali del midollo osseo per esempio sono in grado di dare origine a cellule neurali e del fegato; quelle che derivano dal sangue del cordone ombelicale possono essere utili per la cura di alcune malattie rare, nonchè delle leucemie.
Dal Dipartimento di Medicina trasfusionale di Pescara arriva una scoperta che ha già l'aria di essere rivoluzionaria: è stata difatti individuata una nuova tipologia di cellule staminali del sangue che potrà essere impiegata per contrastare l'insorgere e l'avanzare di tumori ed altre patologie.
L'elemento distintivo di queste nuove staminali sta infatti nella capacità di generare oltre alle cellule del sangue anche quelle necessarie per la costruzione di vasi e tessuti sanguigni.
mercoledì 14 settembre 2011
Cordone ombelicale, come fare per pulire e medicare il moncone
La medicazione del moncone ombelicale – quella piccola parte di cordone che rimane in seguito al taglio, generalmente per una dozzina di giorni – è una delle operazione che più spaventa le nuove mamme perchè si teme di fare male in qualche modo alla creatura appena nata. In realtà questo gesto quotidiano, ovviamente compiuto con delicatezza, non comporta dolore per il piccolo. Inoltre, pulire e medicare il moncone è davvero semplice: basta procurarsi garze sterili, retine per il loro fissaggio e alcool denaturato.
Fatto questo, preferibilmente ogni giorno, il moncone e la sua base vanno disinfettati con cura mediante garza pulita ed alcool; a questo punto va presa un'altra garza sterile e fasciato il moncone, fissando la fasciatura con la retina. Dovesse capitare che la fasciatura si sporchi prima del tempo – per esempio di pipì – conviene subito ripetere l'operazione e rimettere una garza pulita. Ora non resta che aspettare un paio di settimane per veder seccare e cadere il tanto temuto moncone ombelicale.
Fatto questo, preferibilmente ogni giorno, il moncone e la sua base vanno disinfettati con cura mediante garza pulita ed alcool; a questo punto va presa un'altra garza sterile e fasciato il moncone, fissando la fasciatura con la retina. Dovesse capitare che la fasciatura si sporchi prima del tempo – per esempio di pipì – conviene subito ripetere l'operazione e rimettere una garza pulita. Ora non resta che aspettare un paio di settimane per veder seccare e cadere il tanto temuto moncone ombelicale.
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