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venerdì 30 dicembre 2011
Le meningi come risorsa di cellule staminali
In gergo popolare si dice "spremersi le meningi", quando si è totalmente assorti nel cercare la soluzione di qualche problema... Ma che cosa sono, di preciso, queste meningi? Le meningi sono in sintesi delle membrane che, situate per l'appunto nel cranio, svolgono una funzione protettiva nei riguardi di cervello, midollo e sistema nervoso in generale.
Se per via del compito che svolgono le meningi sono dunque importantissime, lo sono ancor di più in seguito ad una scoperta fatta di recente, a cura di un team di ricercatori provenienti da diversi paesi, ma coordinati da studiosi dell'Università di Verona: le meningi sono a tutti gli effetti una risorsa di cellule staminali, portate a specializzarsi in cellule del sistema nervoso e quindi potranno in futuro diventare il punto di partenza per la sperimentazione di nuove terapie rivolte alle malattie neurodegenerative.
L'unico problema a riguardo, risiede nel fatto che queste staminali delle meningi si attiverebbero solo in seguito a traumi, per andare a porvi rimedio: il compito dei ricercatori dunque si sposta ora nella ricerca di un metodo per riuscire ad attivarle anche in condizioni perfettamente normali, senza la presenza di un trauma.
lunedì 5 dicembre 2011
Cellule staminali embrionali per curare il morbo di Parkinson
Le applicazioni terapeutiche delle cellule staminali sembrano davvero infinite. Negli anni, il numero delle patologie curabili con trattamenti a base di staminali è difatti sostanzialmente cresciuto; una di queste potrebbe presto essere il morbo di Parkinson.
La notizia – recentemente pubblicata sulla rivista di settore Nature – è a dir poco interessante: un team di ricercatori americani con a capo L. Studer (Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York) è riuscito ad indirizzare la specializzazione di cellule staminali embrionali, creando di fatto in laboratorio neuroni cerebrali dopaminergici, ovvero capaci di produrre la dopamina.
Il morbo di Parkinson, malattia del sistema nervoso a carattere degenerativo, è causato infatti da una mancanza di questo neurotrasmettitore che causa nei pazienti affetti tremori, rigidità e difficoltà motorie in generale. Lo studio effettuato dal team americano su animali con questa patologia (nello specifico ratti, topi e scimmie) ha dato buoni risultati: una volta ricreati in laboratorio e trapiantati sui soggetti malati, questi si sono perfettamente integrati nel sistema nervoso del soggetto affetto, andando a produrre regolarmente dopamina e sopperire così al deficit causa della malattia.
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